Da quando è arrivato il Coronavirus in Italia tutto il paese si è ritrovato a dover affrontare prima un’epidemia emotiva e poi quella sanitaria. Per riuscire a placare il panico e l’angoscia che oramai imperversa nell’animo e nella mente di tutti gli italiani, bisognerebbe che qualcuno dei piani alti del nostro Paese, presidente della Repubblica o presidente del Consiglio, parlasse tramite un messaggio a rete unificate, siti, radio con sincerità e dicesse tutta la verità sull’emergenza che siamo stati costretti ad affrontare e soprattutto la necessità di doverla affrontare in modo unito e compatto.
Il Coronavirus, che tutti noi abbiamo imparato a riconoscere in una pallina da golf punteggiata in superficie da tanti segnalini rossi, non è mortale come la peste che nel milleseicento provocò un milione di morti, e neanche come l’Asiatica, che ne fece quasi un milione e mezzo. Anzi gli esperti dicono che ha una percentuale di guarigione molto elevata, e che molti ne escono senza neppure sapere di averlo contratto.
Ma nonostante ciò , da quando è comparso in Cina, nella città di Wuhan, e l’11 gennaio ha causato la prima vittima, essere passato in Corea del Sud, Giappone, Iran, essere arrivato fino da noi, nella lombarda Codogno, il 21 febbraio, per poi andare nel resto d’Europa, nelle Americhe, nel Medio Oriente; noi tutti siamo stati stravolti dall’irrazionalità del panico.
Sembra strano che un virus a bassa letalità possa mandare in tilt un mondo intero, invece tutto si è inceppato, le borse sprofondano, le stime di crescita si afflosciano, crollano le prenotazioni aeree e decollano le disdette di tutto, dai viaggi agli eventi internazionali e le teleconferenze hanno sostituito le riunioni.
Però il prezzo più alto lo sta pagando proprio l’Italia, (terzo paese con il numero più alto di contagiati dal virus), gli italiani sono trattati come dispensatori del male, vedendo così diminuire il nostro valore di nazione. Basta pensare alla coppia di italiani andata in vacanza a Tenerife ed ha passato il tempo in isolamento forzato senza avere il virus, oppure alla compagnia aerea American Airlines che ha sospeso fino al 24 aprile tutti i voli da e per Milano. Ed il gruppo di italiani che erano pronti a partire per tornare in Italia sono stati trattati come appestati.
Dobbiamo fronteggiare una imminente recessione con un’economia già provata e potenzialmente esposta al collasso. Mentre il nostro sistema sanitario nazionale è già collassato, infatti in 10 anni sono stati cancellati 70 mila posti letto, mancano 8 mila medici e 35 mila infermieri. Questa situazione ci rende inadeguati a fronteggiare la gestione di sanità ordinaria, figuriamoci in una situazione di emergenza come quella creata dal Coronavirus. Tutto ciò perché in questi anni non si è tutelato uno fra i più importanti dei diritti sanciti dalla Costituzione, il diritto alla salute per tutti i cittadini. Contenere il danno sarà molto difficile, non basteranno estenuanti turni di lavoro degli operatori sanitari e addetti alle pulizie e nemmeno l’impegno sfiancante tenuto dagli scienziati di epidemiologia.
Ecco perché ci vuole una massima autorevolezza che parli al Paese e che riesca a contrastare gli sciacalli in senso lato, anche quelli politici che cercano di trarre vantaggio per la propria campagna elettorale anche in un momento così difficile, che plachi il panico, che ci renda forti ed uniti anche agli occhi del resto del mondo, soprattutto a chi ci evita come la peste dobbiamo risultare una Nazione forte e di grande valore.
Riuscire a sedare il panico causato dal Coronavirus
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