Un team di ricerca australiano ha scoperto un nuovo farmaco, da aggiungere alla lista dei farmaci potenzialmente efficaci contro il coronavirus SARS-CoV-2.
Si tratta dell’antiparassitario o antielmintico con proprietà antivirali ivermectina.
Dai test di laboratorio in vitro, è risultato che il medicinale in sole 48 ore è in grado di ridurre di ben 5mila volte il virus responsabile della COVID-19 all’interno di una coltura cellulare.
Precisamente lo annienta del tutto, e ottiene una significativa riduzione già in sole 24 ore.
Ovviamente, siccome siamo difronte a uno studio preclinico e in provetta, per dimostrarne l’effettiva efficacia nel contrasto all’infezione causata dal patogeno emerso in Cina, dovranno essere effettuati approfonditi studi sull’uomo.
A scoprire l’efficacia della ivermectina contro il coronavirus SARS-CoV-2, è stato un team di ricerca australiano guidato da scienziati dell’Università Monash di Clayton, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’autorevole Victorian Infectious Diseases Reference Laboratory presso il Royal Melbourne Hospital, che fa parte del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity.
Inoltre alcuni degli scienziati che hanno partecipato alla ricerca fanno parte del gruppo che per primo è riuscito a isolare il coronavirus al di fuori della Cina.
Lo stesso traguardo raggiunto poi anche dagli scienziati italiani dello Spallanzani di Roma e del Sacco di Milano.
Questo farmaco Ivermectina, che fa parte della famiglia delle avermectine scoperte dagli scienziati Satoshi Ōmura e William Cecil Campbell, è un farmaco antielmintico utilizzato con successo contro diverse patologie parassitarie causate da artropodi e nematodi; fra esse vi sono i pidocchi, la scabbia, la filariosi linfatica e l’oncocercosi o cecità fluviale. Inoltre i due scienziati sono stati insigniti del premio Nobel per la Medicina nel 2015 proprio per l’efficacia delle avermectine (l’ivermectina è stata scoperta nel 1975) nel proteggere intere comunità da malattie gravi.
Questo stesso farmaco è usato anche, con successo, in veterinaria, ad esempio per debellare la dirofilariosi da animali domestici e di allevamento.
Altri studi più recenti hanno fatto emergere anche le proprietà antivirali del principio attivo, ad esempio contro il virus dell’HIV (responsabile dell’AIDS), lo zika, la dengue e molti altri ancora.
In più gli scienziati che lo hanno testato evidenziano l’efficacia anche contro virus a RNA come il coronavirus SARS-CoV-2, ovvero il virus dell’encefalite equina venezuelana (VEEV) e il West Nile.
Quindi grazie a tutte le proprietà emerse sul farmaco in questione che i ricercatori guidati dalla dottoressa Kylie Wagstaff, ricercatrice presso il Monash Biomedicine Discovery Institute (BDI), hanno deciso di sperimentarlo in provetta contro il nuovo Coronavirus.
Si è scoperto che anche una singola dose potrebbe essenzialmente rimuovere tutto l’RNA virale in 48 ore, e che anche a 24 ore si è verificata una riduzione davvero
significativa.
In conclusione , il farmaco impedisce al virus di replicarsi nelle cellule, e dunque lo distrugge.
Uno dei vantaggi dell’ivermectina è rappresentato dal fatto che fa parte dell’elenco dei cosiddetti “farmaci essenziali” dell’Organizzazione mondiale della sanità, figurando tra i più sicuri, efficaci e importanti da adottare.
Per cui, è ampiamente approvato dalle principali agenzie dedicate alla regolamentazione dei farmaci, come l’FDA americana e l’italiana AIFA.
Si tratta inoltre di un farmaco diffuso globalmente e dal costo molto ridotto.
La dottoressa Wagstaff dice inoltre che Ivermectina è ampiamente utilizzata e considerata un farmaco sicuro, adesso bisogna solo capire se il dosaggio a cui possono essere sottoposti gli esseri umani sarà efficace.