intelligenza artificiale
E’ stato annunciato il rilascio dell’assistente Ai in diversi Paesi europei, sarà possibile chiedere aiuto per vari servizi semplicemente dicendo: “Ehi Google”
L’app Gemini arriva in Italia e precisamente a partire dal 5 giugno l’intelligenza artificiale di Google potrà essere scaricata sia su iOS che Android, anche se però il rilascio avverrà in modo graduale e quindi non tutti potrebbero vederla disponibile da subito.
Con questa app sarà possibile fare un po’ di tutto, dal chiedere aiuto per poter rispondere a una email urgente fino a cercare informazioni su come riparare, ad esempio, una gomma bucata caricando la sua foto.
L’app Gemini sugli smartphone.
Fino ad oggi Gemini era disponibile solo sul web in Italia, ma adesso è pronta ad aiutare gli utenti dovunque si trovino.
Interagendo con il chatbot mediante la digitazione, i comandi vocali o l’inserimento di immagini, il servizio consentirà di soddisfare diversi bisogni.
Ad esempio sarà possibile caricare file, scattare foto e chiedere all’app di analizzarle, fare domande senza dover aprire il motore di ricerca.
Come poter scaricare Gemini.
Per riuscire ad avere l’assistente Ai di Google sempre a disposizione, sui dispositivi Android basterà scaricare l’app Gemini o attivare l’opzione con Google Assistant.
Sarà possibile utilizzare Gemini scorrendo con il dito a destra, premendo il pulsante di accensione su determinati telefoni o dicendo “Ehi Google”.
Inoltre a breve potrà essere possibile pure chiedere di portare a termine alcuni compiti tipo settare un timer, telefonare e impostare un promemoria.
Nelle prossime settimane, su iOS, Mountain View effettuerà l’accesso a Gemini direttamente dall’app Google toccando semplicemente il tasto Gemini per parlare con l’Ai.
Google lancia Gemini, che è un potente modello Intelligenza Artificiale in tre dimensioni.
Per Google Gemini è più potente di GPT-3.5, invece Gemini Pro si adatterà a un’ampia gamma di attività e Gemini Nano verrà utilizzato per compiti specifici e dispositivi mobili.
Secondo i dirigenti di Google Gemini Pro ha sovraperformato GPT-3.5 di OpenAI.
Inoltre, la società, ha pronosticato di concedere in licenza Gemini ai clienti per mezzo di Google Cloud, allo scopo di poterlo utilizzare nelle proprie applicazioni.
A partire dal 13 dicembre, sviluppatori e clienti aziendali possono accedere a Gemini Pro mediante l’API Gemini in Google AI Studio o Google Cloud Vertex AI.
Per gli sviluppatori Android sarà possibile pure creare con Gemini Nano.
Gemini verrà usato pure per potenziare prodotti Google come il chatbot Bard e Search Generative Experience.
Ma bisogna precisare che i progressi più importanti di Gemini arriveranno solo all’inizio del prossimo anno, cioè quando il modello Ultra verrà utilizzato per lanciare “Bard Advanced”, ovvero una versione potenziata del chatbot che all’inizio verrà offerta solamente a un pubblico di prova. L’intelligenza artificiale, inizialmente, in tutto il mondo funzionerà solo in inglese, ma i dirigenti di Google hanno assicurato ai giornalisti nel corso di un briefing, che la tecnologia non avrà problemi a diversificarsi in altre lingue.
Gemini entrerà pure nel motore di ricerca. Dopo una dimostrazione di Gemini effettuata per un gruppo di giornalisti, si è potuto evincere che il “Bard Advanced” di Google potrebbe essere capace di effettuare un multitasking dell’intelligenza artificiale senza precedenti, riconoscendo e comprendendo contemporaneamente presentazioni con testo, foto e video.
In più Gemini verrà integrato anche nel motore di ricerca dominante di Google, però i tempi di questa transizione non sono ancora stati definiti.
Ha affermato Demis Hassabis, CEO di Google DeepMind, la divisione di intelligenza artificiale che sta dietro a Gemini, che questo è un passo importantissimo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e l’inizio di una nuova era per quello di Google.
Le capacità di fornire soluzioni a diversi problemi della tecnologia sono state pubblicizzate da Google come abili specialmente in matematica e fisica, aumentando così le speranze degli ottimisti dell’IA che possa portare a scoperte scientifiche capaci di migliorare la vita degli esseri umani.
Le potenzialità negative dell’Ia.
Una fazione opposta del dibattito sull’IA, ha paura che la tecnologia possa finire per eclissare l’intelligenza umana, provocando la perdita di milioni di posti di lavoro e probabilmente pure comportamenti più distruttivi, tipo l’amplificazione della disinformazione o l’innesco del dispiegamento di armi nucleari.
Il CEO di Google Sundar Pichai, in un post sul blog, ha reso noto che stanno affrontando questo lavoro con coraggio e responsabilità.
La ricerca ha progetti ambiziosi e questo per poter dare enormi benefici alle persone e alla società, prevedendo però misure di salvaguardia, lavorando in collaborazione con i governi e gli esperti, per affrontare i rischi man mano che l’IA diventa più capace