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Sclerosi multipla: appena scoperta una molecola che potrebbe fermarla.

by Eleonora
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Sclerosi multipla

La nuova scoperta consiste in un trattamento con la molecola cerebrale “fractalchina” che potrebbe essere in grado di fermare la progressione della sclerosi multipla e di invertirne alcuni sintomi.
La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica, autoimmune che riguarda il sistema nervoso.
Principalmente aggredisce la mielina, cioè la sostanza grassa dalle molteplici funzioni; che non solo circonda e protegge le fibre del sistema nervoso ma è anche coinvolta nella corretta

trasmissione dei segnali nervosi.
Il nome di questa malattia è strettamente collegata alle varie aree in cui la mielina subisce un danno.
In queste aree si va a formare un tessuto cicatriziale (sclerosi) al posto della normale componente tissutale.

La sclerosi multipla ha diverse forme e purtroppo colpisce circa 2,3 milioni di persone (in particolare donne) e quasi sempre di età compresa fra i 20 e i 50 anni:
        •       Sindrome clinicamente isolata (CIS)
        •       Recidivante con remissione (SMRR)
        •       Progressiva secondaria (SMPS)
        •       Primaria progressiva (SMPP)
        •       Progressiva con ricadute (SMPR)
        •       Sindrome radiologicamente isolata (RIS).

Quali sono le cause della sclerosi multipla.
Le cause della sclerosi multipla non si conoscono con precisione.
Ma negli ultimi tempi è stata confermata l’ipotesi secondo cui ad avviare la patologia, è una risposta immunitaria anomala diretta contro la mielina, anche se non è ancora noto l’antigene preciso.

Certamente la scienza, sta face grandi progressi; infatti sono stati identificati i fattori che spingono le cellule ad attaccare la melina e alcuni recettori che danno inizio alla distruzione della stessa.

I ricercatori della Weill Cornell Medicine, verso la fine del 2021,  mediante uno studio poi pubblicato su Nature, hanno scoperto che un gruppo di cellule immunitarie, che in condizioni normali, offrono una protezione dall’infiammazione nel tratto gastrointestinale, sono capaci di dare avvio alla sclerosi multipla e ad altre condizioni caratterizzate da flogosi cerebrale.
Anche alcuni fattori ambientali (innanzitutto l’esposizione al sole) e al contatto durante l’adolescenza con alcuni agenti infettivi (virus, batteri, funghi).

Quali sono i sintomi della sclerosi multipla.


I sintomi della sclerosi multipla si manifestano dopo il danno subito dalla mielina che va ad alterare la trasmissione degli impulsi nervosi tra il cervello, il midollo spinale e altre parti del corpo.


I sintomi, che possono essere altalenanti o duraturi, comprendono:
               Stanchezza intensa.
               Disturbi visivi: neurite ottica, algia oculare, nistagmo, visione offuscata.
               Disturbi vescicali: urgenza minzionale, ritenzione urinaria, incontinenza.
               Disturbi intestinali: difficoltà a trattenere feci e/o gas, stitichezza.
               Disturbi della sensibilità: riduzione della percezione al freddo, al caldo, al dolore.
               Disturbi cognitivi: difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e di apprendimento.
               Disturbi sessuali: difficoltà a raggiungere l’orgasmo, eiaculazione precoce, disfunzione erettile.
               Difficoltà nella deambulazione.
               Vertigini.
               Dolore cronico.
               Rigidità muscolare.
               Depressione.

Purtroppo, oggigiorno non esiste una cura definitiva, i soli trattamenti capaci di rallentare il corso della sclerosi multipla sono i farmaci modificanti.
Sicuramente il trapianto delle cellule staminali da grandi speranze, in quanto non solo frena la malattia, ma favorisce anche la rigenerazione del sistema immunitario.
Su questa procedura hanno fatto chiarezza gli scienziati dell’Università di Zurigo mediante uno studio pubblicato su Science Translational Medicine.

La nuova speranza per la sclerosi multipla.
Una scienziata dell’Università di Alberta, mediante uno studio pubblicato poi su Stem Cell Reports, ha scoperto che una molecola cerebrale nota con il nome di  “fractalchina”, può fermare e persino invertire gli effetti della sclerosi multipla. Anastassia Voronova, assistente e presidentessa di ricerca canadese in biologia delle cellule staminali neurali, è  arrivata alla conclusione che iniettando fractalchina in alcuni topi con sclerosi multipla indotta chimicamente, la molecola è capace di aumentare il numero di nuovi oligodendrociti.
Trattasi di cellule vitali del cervello e del midollo spinale, che producono mielina e che vengono danneggiate durante l’attacco autoimmune della malattia.
Voronova ha affermato che se si riesce a sostituire gli oligodendrociti persi o danneggiati, questi potrebbero essere in grado di produrre mielina nuova e quindi fermare la progressione della patologia o, può darsi, anche di invertirne alcuni sintomi. 
La ricercatrice, in precedenza, aveva testato la sicurezza e l’efficacia di fractalchina nei roditori sani, arrivando alla conclusione che la molecola riusciva a procurare una protezione per i nervi prima che la sclerosi multipla fosse indotta negli animali.
Inoltre, il team ha osservato la presenza di cellule progenitrici riattivate in grado di rigenerare gli oligodendrociti nel cervello dei topi trattati (precisamente la rimielinizzazione si è verificata sia nella materia grigia che in quella bianca) e una diminuzione dell’infiammazione.
Quindi la scoperta da nuove speranze e il passo successivo sarà quello di sperimentare il trattamento in altri modelli murini ( caratteristico dei topi ), inclusi quelli con malattie diverse dalla sclerosi multipla.

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