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I carboidrati aumentano la fame.

by Piero
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carboidrati

Secondo alcuni studi scientifici, condotti dai ricercatori dell’Obesity Prevention Center, presso il Boston Children’s Hospital, e pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, è risultato che i

carboidrati causano obesità e dipendenza dal cibo.
Dalla ricerca emerge che i carboidrati al Alto Indice Glicemico (AIG) sono in grado di causare una forte dipendenza dal cibo, andando a stimolare una continua ricerca di appagamento.
Per cui esistono alcuni alimenti da dover limitare ed altri da dover eliminare completamente.
Innanzitutto bisogna sapere che l’indice glicemico misura la velocità con cui il valore della glicemia sale nel sangue, subito dopo aver assunto alcuni alimenti.

Di conseguenza gli alimenti possono essere divisi in tre grandi categorie proprio secondo il loro indice glicemico:
        ⁃       alto, con un valore da 70 in su,
        ⁃       medio, con un valore compreso tra 69 e 56,
        ⁃       basso, da 56 in giù.
Generalmente gli alimenti con un alto valore glicemico sono considerati responsabili del sovrappeso e delle patologie che ad esso possono essere collegate.
Gli alimenti con alto valore glicemico sono stati il cardine della ricerca condotta dall’Obesity Prevention Center.
I cibi con un maggiore indice glicemico sono:
        ⁃       i cereali raffinati,
        ⁃       lo zucchero (saccarosio),
        ⁃       i dolci,
        ⁃       le bevande zuccherate,
        ⁃       buona parte degli alimenti confezionati che si trovano in commercio e contenenti carboidrati tipo: snack, biscotti, merendine, patatine in busta e bevande gassate.

Precisamente la ricerca è stata svolta prendendo come campione di indagine 12 soggetti in sovrappeso, tutti maschi, con età compresa tra i 18 e i 25 anni. L’esperimento prevedeva far

fargli assumere due tipi diversi di frullato, in due diverse occasioni.
I due composti avevano le stesse caratteristiche in termini di sapore, colore e intensità, ma con indici glicemici diversi, uno con indice alto, l’altro basso.
Trascorsi 4 ore circa dopo l’assunzione del frullato, i soggetti sono stati sottoposti a delle scansioni cerebrali, con lo scopo di rilevare l’attività delle regioni del cervello collegate

al meccanismo della ricompensa.
Allo stesso tempo sono stati misurati anche i livelli di zucchero nel sangue e lo stimolo della fame.
Quando i soggetti hanno bevuto i frullati ad alto indice glicemico, gli zuccheri nel sangue hanno registrato in modo immediato un picco, per poi arrestarsi e scendere bruscamente.
Ciò ha originato nei soggetti una fame eccessiva ed inoltre le scansioni cerebrali hanno mostrato il forte coinvolgimento di una regione del cervello adibita alla dipendenza.
Mentre quando i soggetti hanno bevuto i frullati con basso indice glicemico, i livelli di zuccheri nel sangue sono saliti piano piano, per poi scendere anche in modo lento ed in

questo caso si è evitato l’effetto di fame vorace e dipendenza.

I ricercatori, in base ai risultati, hanno stabilito che a parità di calorie e gusto dell’alimento, sia molto diverso l’effetto originato dall’indice glicemico sul cervello.

Infatti l’indice glicemico è in grado di provocare un meccanismo capace di innescare i processi legati al piacere e alla ricompensa e che porterebbe le persone a mangiare moltissimo.
Il dottor David Ludwig, che è stato alla guida della ricerca, ha affermato che i risultati ottenuti suggeriscono che limitare i carboidrati ad alto indice glicemico

( tipo il pane bianco e le patate ) potrebbe aiutare le persone obese non solo a ridurre l’appetito, ma anche a controllare la voglia di mangiare tanto.
Sicuramente quanto è stato appena detto non deve far passare il messaggio che i carboidrati siano sempre dannosi, ma che  esiste la necessità di stare attenti nel consumarli; visto

che, come in tutte le cose, l’eccesso fa sempre male.
Tutte le persone devono prestare attenzione, in particolare quelle che preferiscono mangiare cibi confezionati e già pronti.
È importante prestare attenzione a ciò che si acquista leggendo sempre le etichette.
Infine, è utile sapere che una valida  alternativa ai cereali raffinati, che possiedono un elevato indice glicemico, è rappresentata dai cereali integrali e le farine da essi derivati, poiché 

possiedono un indice glicemico di gran lunga inferiore.

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